Il 2020 è stato uno degli anni peggiori per il settore turistico in Italia a causa della pandemia da Covid-19.
Nel periodo del primo lockdown sui social sono state protagoniste le immagini delle città d’arte e di altre mete turistiche completamente deserte, che hanno reso più forte il legame tra i visitatori il nostro paese, un binomio quasi indissolubile.
L’Italia è sempre stato uno dei paesi più visitati al mondo ma nel 2020 il blocco turistico è costato al nostro paese 23 milioni di viaggiatori in meno.
Dalle stime riportate dagli istituti di ricerca circa l’ 83% delle agenzie e 60 % delle strutture ha dichiarato che la pandemia ha determinato cambiamenti nella propria attività.
Secondo una stima evidenziata da Coldiretti sui dati forniti da BankaItalia il comparto turistico non aveva mai subito un crollo cosi repentino da circa 30 anni.
Cosa dobbiamo aspettarci per il settore turistico in Italia e quali saranno le nuove sfide e opportunità, che il settore dovrà cogliere per garantire una vera e propria ripartenza?
Sicuramente l’attenzione più stringente deve essere data al digitale, per garantire agli utenti una esperienza di viaggio , prima ancora che raggiungano la destinazione e un miglioramento della accessibilità dei servizi.
In questa cornice e-mail, App, sms, WhatsApp, Facebook Messager e notifiche push sono gli strumenti, che il turista deve usare in maniera agile per poter ottenere una esperienza soddisfacente.
Un altro aspetto da considerare è sicuramente la sostenibilità ambientale delle proposte poiché, l’attenzione del turista è rivolta alla natura e verso la riscoperta di borghi e piccoli centri.
Il digitale quindi rappresenta lo strumento che nella fase della pandemia offre informazione, nuove esperienze e garanzia di sicurezza.
La fotografia dei nuovi bisogni formativi per le aziende mette in evidenza, la crescente richiesta di nuove figure professionali, che possiedono padronanza delle lingue e delle culture straniere, figure esperte in materia di informatica, marketing e social media manager.
Altre figure professionali che stanno diventando rilevanti nel panorama post pandemia sono legate alla sostenibilità e al nuovo concetto di turismo “slow” che pone al centro il rispetto del territorio.
In questa ottica quale è la cornice che si delinea nel futuro per il settore turistico?
La crisi del 2020 ha riversato i suoi effetti anche nel 2021 per il settore turistico.
Isnart-Unioncamere hanno stimato una perdita pari a 7.9 miliardi di fatturato rispetto al 2019.
Il digitale e le nuove possibilità formative per gli addetti ai lavori possono costituire una modalità salvataggio, per un settore pesantemente danneggiato dalle restrizioni.
Tutto ciò risulta possibile se si interpretano le nuove tendenze e bisogni dei viaggiatori.